La Chiesa di Santa Croce

Per festeggiare il trentesimo anniversario della consacrazione della Chiesa di S. Croce si è voluto organizzare un pellegrinaggio che partendo da Roma, e più precisamente dalla Basilica di S. Croce in Gerusalemme, è giunto a Bagnella percorrendo a ritroso la via francigena

Santa Croce

La Comunità di Bagnella, cioè l'insieme delle persone che vivevano nel territorio che, dal punto di vista amministrativo, era chiamato frazione Bagnella del comune di Omegna, apparteneva alla parrocchia di S. Ambrogio di Omegna e ad essa faceva capo, come già affermava il Vescovo Bescapè, nella sua visita del 1597, per imparare la dottrina cristiana, per ricevere i sacramenti e per tutte le funzioni caratteristiche della vita parrocchiale. La popolazione era allora di 18 famiglie (un centinaio di persone?). Col passare degli anni questa popolazione crebbe e secondo il censimento del 1901 era già di 283 unità e nell'anno 1953 di circa 400 e l'aumento era costante.

Il Vescovo di Novara di allora, Mons. Gilla Vincenzo Gremigni, si era reso perfettamente conto del disagio che i fedeli della frazione dovevano sostenere nel compiere il tragitto alla chiesa di S. Ambrogio e che la popola- zione aumentata ed in continua, forte espansione, necessitava di cure pastorali assidue; pensò allora di incaricare un sacerdote che risiedesse in loco, a curare direttamente e continuativamente tale nucleo di abitanti e creò la Vicaria Autonoma. Il decreto vescovile del 14 maggio 1953 recita: "... essendo una parte del territorio della chiesa prepositurale e collegiata di S. Ambrogio, vescovo e confessore, della località di Omegna, che si chiama volgarmente Bagnella, troppo lontana dalla sacra sede parrocchiale, poiché il numero degli abitanti aumenta di giorno in giorno, con questo nostro decreto ... erigiamo e costituiamo la chiesa del luogo di Bagnella, di cui parlammo, esistente e dedicata a Dio in onore di S. Bernardino da Siena, confessore, in VICARIA CURATA, con tutti i diritti, i privilegi ed il detto territorio separiamo o, piuttosto, smembriamo, dalla parrocchia di S. Ambrogio e lo sottraiamo dalla giurisdizione del parroco della medesima chiesa ..." A reggere la Vicaria fu mandato uno dei due coadiutori di Omegna, Don Angelo Mainardi.

A chiesa parrocchiale fu destinato il vetusto oratorio di S. Bernardino, che con la sua area di poco più di quaranta metri quadrati si dimostrò subito assolutamente insufficiente a contenere i fedeli. Se poteva essere adatto nel 1597 per una popolazione di un centinaio di persone, se nel 1618 il Vescovo Mons. Taverna lo definiva "... assai capace datta la qualità del popolo in luogo ..."; se nel 1629 il Vescovo Mons. Volpi lo definiva "... satis amplum (abbastanza ampio) ..." (vorremmo notare che allora vi si celebrava la messa solo una volta all'anno, in occasione della festa del patrono S. Bernardino, che cade il 20 maggio), ora era assolutamente insufficiente. Subito si sentì la necessità di una nuova chiesa parrocchiale. Autorità religiose ed un comitato di parrocchiani presero dapprima in considerazione la possibilità di un allargamento, di una ristrutturazione del suddetto oratorio, ma dopo attenti studi, compresi quelli tecnici, l'idea fu scartata. Intanto a coadiutore presso la parrocchia di Omegna era stato destinato Don Domenico Piatti, succedendo a Don Angelo Mainardi, promosso ad altro incarico, e a Don Piatti toccò anche la reggenza della Vicaria di Bagnella ed il problema della costruzione della nuova chiesa, che già aveva studiato di risolvere il suo predecessore, cadde sulle sue spalle. Don Domenico aveva preso alloggio in una casa situata in via Fucine, nella vecchia Bagnella al di là del torrente; tale alloggio era assolutamente insufficiente come casa parrocchiale, la quale dovrebbe contare su spazi per riunioni, per scuola di dottrina cristiana, di locali per "oratorio" per ragazzi e giovani.

E la popolazione continuava ad aumentare, perché nuove costruzioni sorgevano a vista: palazzine, condomini, villette, facilitate anche dal fatto che nel frattempo erano state tracciate nella frazione nuove strade percorribili alle auto, agli autocarri. Erano anche state costruite delle scuole nuove, presso il torrente Fiumetta ed i bambini non dovevano più recarsi alle lezioni ad Omegna. Considerata questa situazione il Vescovo di Novara dell'epoca, Mons. Placido Maria Cambiaghi con suo decreto in data 26 marzo 1967 ereggeva in parrocchia la vicaria autonoma di Bagnella e conferiva il beneficio parrocchiale sotto il titolo di San Bernardino da Siena, confessore, della località di Bagnella, al Rev. Sacerdote Don Domenico Piatti, già vicario. Leggiamo sul decreto di erezione in parrocchia:
"... (omissis) per l'attività solerte del vicario autonomo e la generosa corrispondenza dei fedeli, è stata favorevolmente incrementata la vita cristiana in quella zona, così che ci pare giunto il momento di elevare la Vicaria Curata di Bagnella, dedicata a San Bernardino da Siena, a parrocchia "sui juris". Avuto pertanto il parere favorevole del venerando Capitolo Cattedrale, dei rev.mi parroci consultori e del rev.mo Mons. Giovanni Gatti, prevosto della Collegiata di S. Ambrogio in Omegna, a norma dei canoni 1421-1428 del Codice di diritto canonico ed in forza della nostra autorità ordinaria, con il presente decreto deliberiamo che la Vicaria Curata di Bagnella di Omegna divenga parrocchia "sui juris" (indipendente), con il relativo beneficio parrocchiale, a cui spettano tutti i diritti e le competenze stabilite dai sacri canoni..
Il parroco di Bagnella, poi, in segno di onore verso la parrocchia matrice di S. Ambrogio in Omegna, ogni anno, in occasione della festa patronale, offrirà un cero al Rev. Signor Prevosto della chiesa collegiata di S.Ambrogio ..."
E dal decreto di nomina di parroco del Sac. Don Domenico Piatti:
".. (omissis) essendo dunque vacante il beneficio parrocchiale, che, sotto il titolo di S. Bernardino da Siena, nel luogo chiamato in lingua volga- re Bagnella abbiamo eretto con nostro decreto in data 26 marzo 1967 e spetti a noi provvedere; volendo provvedere a che il beneficio parrocchiale predetto abbia un idoneo rettore, affinché i fedeli non subiscano danno nelle cose spirituali e temporali; ... ti conferiamo il sopraccitato beneficio parrocchiale, con ogni diritto, onore, onere ..."

Bagnella contava 1205 abitanti alla data del 31 dicembre 1966. Ma creare una parrocchia vuol anche dire creare un centro di vita comunitaria, un centro di vita sociale, un centro di aggregazione, un motore che spinga, solleciti e conforti le attività sociali di un certo gruppo. Diciamo: non solo di credenti, di cattolici, ma di cittadini, di coloro che si sentono sorretti anche solo da valori universalmente accettati come: l'amore alla vita, la pace, la libertà, la fratellanza universale. L'erezione della parrocchia fu una spinta ad accelerare la costruzione della chiesa nuova. E qui dobbiamo dire, per amore di verità e perché lo abbiamo trovato scritto tra le carte del tempo, che un certo numero di Bagnellesi non voleva abbandonare la chiesa di S. Ambrogio di Omegna, sembrando loro che il piccolo oratorio non fosse sufficientemente idoneo per la funzione parrocchiale, o che fosse troppo doloroso per loro staccarsi dal gruppo di fedeli in cui, evidentemente, si trovavano collocati. Ed ora occorreva individuare un'area edificabile, possibilmente in posizione centrale rispetto all'abitato, che, nel frattempo, si era andato arricchendo di nuovi edifici, tra i quali faceva bella mostra di sé qualche condominio. Occorreva anche trovare il finanziamento. Fu bussato a tante porte, molte delle quali rimasero chiuse; solo alcune si aprirono, ma le trattative furono anche in questo caso molto difficili, defatiganti. Ma la fede nel Signore e la meta del miglioramento delle strutture parrocchiali per un più funzionale aiuto alla popolazione sorressero la fatica del comitato. Finalmente, dopo concessioni e ritrattazioni, dopo recriminazioni e proteste, si giunse alla firma del contratto di compravendita e fu versata la somma di £. 12.000.000.

Ma il comitato, a questo punto, ritenne che non fosse sufficiente costruire una chiesa, anche se decorosa, accogliente, magari artistica; occorreva provvedere alle strutture che sono necessarie, in una parrocchia moderna: l'ufficio parrocchiale con l'abitazione del parroco, un insieme di vani che permettano l'attività di apostolato: salette per riunioni varie, aule per lezioni di catechismo, un saloncino per i giochi ed un bel cortile dove i ragazzi ed i giovani possano trascorrere ore di svago e di divertimento sotto lo sguardo del parroco. Fu trovato il progettista nella persona dell'architetto dott. Luigi Caccia Dominioni, di chiara fama, il quale, udite le richieste, dopo aver illustrato e discusso le idee orientative ed aver acquisito il parere affermativo del comitato si pose all'opera e stilò il progetto. L'intera costruzione risponde a criteri di funzionalità e di semplicità intesa anche in senso economico. L'abitazione del parroco e le salette per le attività parrocchiali comunicano l'una con le altre e la parte della costruzione che le accoglie è molto dimessa. Ma il principio della funzionalità è unito al gusto ed al sentimento. Per la chiesa, il progetti sta che ha lo studio a Milano si è ispirato alle linee della basilica di S. Ambrogio e ne ha fatto una elaborazione moderna.

Il 26 maggio 1969, festa patronale di S. Bernardino, si posava la prima pietra. La pergamena collocata così recita: "Oggi, 26 maggio 1969, festa patronale di San Bernardino, essendo Pontefice Paolo VI, Vescovo di Novara Placido Maria Cambiaghi, parroco il Sacerdote Domenico Piatti, la comunità parrocchiale di Bagnella posa la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale, da erigersi su progetto dell'architetto Caccia Dominioni Luigi di Milano e implora da Dio la Sua benedizione e il suo aiuto per condurre a termine l'opera iniziata con fede."

Quattro anni dopo la chiesa nella sua struttura essenziale era un fatto compiuto ed il 25 maggio 1973, sempre in occasione della festa di S. Bernardino, vi venne celebrata la prima messa; come altare venne usato un tavolo, preso in prestito da un'abitazione vicina, appoggiato al suolo ancora nudo. Con la notte di Natale 1973 si iniziano le celebrazioni regolari delle funzioni liturgiche anche se ancora doveva essere ultimato il pavimento, si dovevano sostituire i serramenti provvisori, provvedere agli intonaci ed all'arredamento; lavori che verranno via via eseguiti.

L'intera costruzione si estende in direzione est-ovest e si affaccia sul lungolago Fratelli Rosselli. Ha la forma di croce latina. Si articola in quattro parti: la prima è costituita da una grande navata illuminata da finestroni a mezzaluna che si aprono sul tetto; a questa si innesta il transetto, sormontato sopra l'abside o crociera da una ampia cupola a forma di piramide ottagonale sotto cui è collocato l'altare. I due ambienti possono essere separati da un grande portale: lasciandolo aperto ci si troverà il tempio delle solennità, quando l'affluenza dei fedeli richiede grandi spazi; chiudendolo avremo, nella prima parte, un salone di riunione, un auditorium e nella seconda una cappella a pianta centrale, ravvivata da semplicissimi matronei che riecheggiano una antica cultura edilizia cristiana. La terza parte è costituita dalla sagrestia, che si apre dietro l'altare, a cui seguono gli uffici, i vani di funzione e la modesta abitazione del parroco. La quarta è formata dal campanile che crea un movimento verticale che è ritmato e ripreso da un porticato ai due lati. Il pavimento è in porfido, porfido delle strade, e conduce in leggera salita verso l'altare e ad una grande croce di legno. La cupola sopra l'altare ha grandi finestre e le due grandi porte che si aprono sul transetto formano spazi e ampie zone di luce. All'esterno, su tre lati, (Nord - Est - Sud) si estende il porticato e verso il lago, ove è posto l'ingresso principale, sulla sinistra, staccato dalla chiesa, c'è il basso e robusto campanile, L'altare è in muratura, a forma di mensa; sopra questo un piano di serizzo lucido. Non ha alcun ornamento. Il tabernacolo in cui si custodiscono le ostie consacrate è scavato nella parete di fondo ed è chiuso da una semplice porticina di legno che nel 1997 sarà sostituita da una di rame sbalzato ed argentato che rappresenta il Buon Pastore. Accanto all'altare vi è il fonte battesimale, un cilindro in muratura, rivestito di mattoni a vista, dal diametro di circa un metro ed alto pure un metro, su cui è collocata una vaschetta circolare in pietra. Nell'estate del 1981 si arricchisce il campanile di cinque campane che compongono un concerto in Sol Maggiore naturale. La campana maggiore pesa Kg. 484, reca l'immagine del Sacro Cuore di Gesù e la scritta "La voce del cuore dei Bagnellesi"; la seconda del peso di Kg. 337 è ornata con le figure dei quattro evangelisti riunite in un unico pannello e porta la scritta: "L'arte ed il cuore in mano" "Cenacolo dei pitto- ri" e ricorda la generosità di tanti artisti della zona pro nuova chiesa; la terza pesa Kg. 243 e porta una Madonna ed una preghiera: "Madonna del lago, prega per noi"; la quarta di Kg. 204 raffigura il santo patrono e lo invoca: "S. Bernardino, prega per noi"; l'ultima del peso di Kg. 138 porta un Crocifisso, simbolo del sacrificio finalizzato alla redenzione e le parole: "Un invito a camminare insieme" "Comitato parrocchiale". Le campane furono fuse presso le fonderie Mazzola di Valduggia (VC). Eseguì i lavori l'impresa Bacchetta Annibale e figli di Omegna.

L'11 ottobre 1981 il Vescovo di Novara Mons. Aldo Del Monte consacrava la nuova chiesa, che, su richiesta dei parrocchiani, veniva dedicata alla Santa Croce. Agli angoli della parete di fondo sono state successivamente collocate, una a destra e l'altra a sinistra, due statue in legno grezzo opere artistiche degli artigiani della Val Gardena e rappresentanti rispettivamente la Vergine Maria col Bambino Gesù in braccio e San Bernardino da Siena, scolpite dal signor Prugger. Attualmente (primavera 2005) si lavora alla posa di artistiche vetrate policrome su disegno del pittore Gino Apostolo, realizzate dalla ditta De Antoni di Ornavasso.

Testo e foto tratti da:
BAGNELLA - Storia di una comunità
Natale Ciocca Vasino
Press Grafice srl - Gravellona Toce
novembre 2005
Per gentile concessione

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La reliquia
Reliquia Reliquia Reliquia

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L'esterno
esterno

L'interno
interno

Le vetrate
vetrata centrale

La mostra delle Croci
interno

Il presepio negli anni
Presepio


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